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Consiglio di Stato, sentenza 14 dicembre 2022

Il provvedimento del 13 aprile 2018, n. 31035, con cui il Comune di Sesto San Giovanni ha escluso l’appellante dalla procedura di assegnazione dell’alloggio di edilizia residenziale pubblica a causa della mancata produzione della documentazione ulteriore attestante la non proprietà di alloggi adeguati nel Paese di origine o di provenienza, è illegittimo per la violazione degli artt. 2, comma 5, e 40, comma 6, del d.lgs. 25 luglio 1998, n. 286, nonché dei principi di parità di trattamento e divieto di discriminazione di cui agli artt. 3 e 117, comma 1, Cost., in relazione all’art. 18 del TFUE e all’art. 14 della CEDU.

Consiglio di Stato, sentenza del 28 maggio 2020, n. 3375

In relazione alla revoca dei finanziamenti pubblici a centri di accoglienza per rifugiati e richiedenti asilo, aderendo alle conclusioni cui era già giunto il T.A.R. Reggio Calabria in primo grado, e dopo aver dichiarato la propria giurisdizione – il Consiglio di Stato ha rilevato la sussistenza di comportamenti contraddittori da parte del Ministero, nonché di...

Consiglio di Stato, II sezione, sentenza dell’8 gennaio 2020, n. 151

In materia di rilascio del permesso di soggiorno per lungo soggiornanti il Consiglio di Stato ricorda che l’autorità amministrativa non può limitare il proprio giudizio ai soli precedenti penali dello straniero, ma deve avere altresì riguardo anche agli altri elementi indicati dalla disposizione (durata del soggiorno nel territorio nazionale, inserimento sociale, familiare e lavorativo dello...

Consiglio di Stato, sentenza del 25 novembre 2019, n. 7990

La regola dell’accesso all’impiego nella pubblica amministrazione per i familiari regolarmente soggiornanti dei cittadini europei in Italia, resa esplicita dell’art. 7 della l. 6 agosto 2013 n.97, che ha modificato l’art. 38 del d. lgs. 165/200, va ritenuta ricognitiva di una regola già applicabile, l’art. 23 della direttiva 2004/38/CE sul diritto di circolazione e di...

Consiglio di Stato, sezione III, sentenza del 19 settembre 2019, n. 6249

In materia di rinnovo di permesso di soggiorno per lavori autonomo, va rinnovato il permesso di soggiorno per lavoro autonomo di un cittadino straniero nonostante i requisiti di reddito non siano raggiunti nel periodo previsto, se i criteri di reddito vengono invece raggiunti l’anno successivo a quello di riferimento.L’adozione di un nuovo diniego basato sull’insufficienza...

Consiglio di Stato, sentenza 25 ottobre 2018

Sussiste la giurisdizione del giudice ordinario in materia di prestazioni assistenziali che escludono dall'attribuzione del beneficio economico (trattasi nel caso di specie di premio alla nascita) le cittadine straniere titolari di permesso di soggiorno ordinario, in quanto le circolari INPS impugnate determinano un ostacolo alla piena realizzazione del principio di uguaglianza dei cittadini comunitari ed extra comunitari e dunque l'azione dinanzi al giudice ordinario è la sola idonea a garantire la tutela sostanziale richiesta.

Consiglio di Stato, sentenza 25 giugno 2018

L’art. 1, comma 1, lett. a) del DPCM 174/1994 riservando in modo assoluto i posti dei livelli dirigenziali delle amministrazioni dello Stato ai soli cittadini italiani, senza tener conto dell’effettivo e prevalente esercizio di funzioni di stampo pubblicistico e autoritativo, contrasta con l’art. 45, para. 4 TFUE che, in quanto disposizione derogatoria, deve essere interpretato restrittivamente e pertanto la norma nazionale deve essere disapplicata nella parte in cui impedisce l’accesso ai cittadini degli Stati membri dell’Unione europea.

Consiglio di Stato, sezione terza, sentenza del 23 novembre 2017, n. 5449

L’esistenza di una condanna, per quanto relativa ad un reato grave e tale da comportare allarme sociale, non è ritenuta dall’art. 5, comma 5, cit., di per sé sufficiente a giustificare il diniego del rinnovo del permesso di soggiorno, così esonerando dall’onere di ulteriore motivazione, qualora sussistano legami familiari ed una stabile permanenza in Italia.

Consiglio di Stato, sezione terza, sentenza del 12 ottobre 2017, n.4738

Non conoscendo l’ordinamento giuridico italiano alcun principio di generale convertibilità delle varie tipologie di titolo di soggiorno, per cui la convertibilità va considerata piuttosto quale eccezione alla regola, nei soli casi tassativamente previsti, il permesso di soggiorno per motivi di giustizia deve essere considerato non convertibile, in virtù del principio “ubi lex voluit dixit, ubi noluit tacuit”.”

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