Accesso agli alloggi pubblici e privati

Gli alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica (ERP, le “case popolari”) sono appartamenti a prezzi agevolati destinati a persone con redditi limitati.
I Comuni pubblicano periodicamente dei bandi in cui definiscono i criteri di accesso e di attribuzione dei punteggi. I requisiti inseriti nei bandi variano da Regione a Regione e molto spesso anche tra Comuni della stessa Regione.

I requisiti

Possono accedere agli alloggi ERP i cittadini italiani, dell’UE e i cittadini di paesi extra UE con permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo o con permesso almeno biennale; questi ultimi devono anche dimostrare di svolgere una regolare attività di lavoro subordinato o autonomo.

In generale i criteri di accesso possono essere: 

  • reddito massimo (di solito misurato sull’ISEE); 
  • assenza di proprietà di alloggi sia in Italia sia all’estero; 
  • residenza nella Regione per un certo numero di anni prima della domanda (questo requisito è stato dichiarato incostituzionale: vedi sotto domanda 2); 
  • assenza di occupazioni abusive. 

Criteri variabili definiscono anche il punteggio che ciascuno otterrà in graduatoria. Normalmente vengono premiati con un punteggio più alto il numero di figli, la presenza di anziani o disabili nel nucleo familiare, la presenza di un provvedimento di sfratto, il fatto di vivere in un alloggio antigienico, spesso anche la durata della residenza nella Regione o nel Comune che ha emesso il bando (quest’ultimo criterio è stato dichiarato illegittimo dalla Corte Costituzionale: vedi domanda 3). 

Per conoscere i criteri di accesso e di punteggio applicabili, bisogna verificare il bando del proprio Comune.

L’accesso agli alloggi privati è regolato dai contratti di locazione (affitto). Si tratta di un contratto con il quale il proprietario concede un appartamento a un inquilino per un determinato periodo di tempo dietro pagamento di una somma di denaro (canone di locazione).

In questa pagina, realizzata nell’ambito del Progetto LAW, abbiamo raccolto informazioni e materiali utili, elaborati sulla base delle segnalazioni ricevute dal Servizio Antidiscriminazione dell’ASGI.

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Il materiale è disponibile in diverse lingue:

FAQ

Accesso agli alloggi di edilizia residenziale pubblica

1. Il Comune mi chiede di produrre una certificazione attestante l’assenza di proprietà immobiliari nel Paese di origine. È una richiesta legittima?

No. La Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima questa richiesta prevista dalla legge regionale dell’Abruzzo (sentenza n. 9/2021). Per effetto di questa sentenza quasi tutti i Comuni e le Regioni stanno modificando bandi e regolamenti e non richiedono più questi documenti. Se però ti imbatti in un Comune che insiste nella richiesta suggeriamo di rivolgerti al Servizio antidiscriminazione di ASGI o ai sindacati inquilini (ad es. SICET, SUNIA).

2. Alcune Regioni prevedono il requisito della residenza pregressa nella Regione per un certo numero di anni (di solito 5 o 4). È una richiesta legittima?

No, anche questo requisito (che normalmente è previsto da leggi regionali) è illegittimo. La Corte Costituzionale (sentenza n. 44/2020) ha dichiarato illegittimo il requisito dei 5 anni con riferimento alla legge regionale lombarda, mentre altre leggi regionali (Liguria) sono al momento all’esame della Corte Costituzionale; la Toscana ha eliminato il requisito.

Se ti trovi in una Regione che non ha ancora eliminato il requisito puoi rivolgerti al Servizio antidiscriminazione dell’ASGI o ai sindacati inquilini (ad es. SICET, SUNIA) per valutare un’eventuale azione legale.

3. Sono stato ammesso/a alla graduatoria ma sono stato/a sopravanzato/a da persone che non avevano situazioni di particolare bisogno, solo perché erano residenti nella Regione da molto tempo e per questo hanno ottenuto un punteggio più elevato. Posso contestare la graduatoria?

Sì. La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 9/2021, ha dichiarato che è incostituzionale attribuire un punteggio sproporzionato alla sola residenza prolungata, tale da superare la considerazione del bisogno (numero di figli, situazione economica, disabilità ecc.).

Ti consigliamo quindi di rivolgerti al Servizio antidiscriminazione ASGI o ai sindacati inquilini per avviare una azione legale.

Accesso agli alloggi privati

4. Cercando annunci immobiliari su internet o presso le agenzie immobiliari trovo un annuncio dal seguente tenore: “Non si affitta a stranieri” oppure “si affitta ai soli cittadini italiani”. È legittimo?

No. L’accesso agli alloggi del mercato privato deve avvenire in condizioni di uguaglianza per cittadini italiani e cittadini stranieri; pertanto le agenzie immobiliari non possono trasmettere messaggi di privati che escludano gli stranieri. 

Se trovi un annuncio di questo tipo puoi rivolgerti al Servizio antidiscriminazione di ASGI o ai sindacati inquilini per valutare un’eventuale azione legale.

5. Se mi rivolgo direttamente a un proprietario privato, lui o lei può rifiutarsi di affittare l’alloggio perché sono straniero/a?

No. Il privato può sempre decidere con chi stipulare un contratto di locazione. Tuttavia non può dichiarare preventivamente che non affitterà o venderà a uno straniero o a chi ha una certa origine etnica, o un certo colore della pelle. Quindi, ad esempio, un cartello “si affitta solo a italiani” è sempre illegittimo, anche se esposto direttamente dal proprietario senza il tramite di una agenzia. Se non c’è il cartello ma il contratto è stato rifiutato per lo stesso motivo, il comportamento rimane comunque illegittimo, ma la difficoltà è sempre nella dimostrazione. Quindi è importante raccogliere prove (testimonianze o registrazioni) per un’eventuale azione legale.

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