Inidoneità alla vita nel CPR: appello ai medici. Necessaria la presa di coscienza

La Società Italiana di Medicina delle Migrazioni (SIMM), la Rete “Mai più lager – No ai CPR” e l’Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione (ASGI) chiedono a tutto il personale sanitario una presa di coscienza sulle condizioni e sui rischi per la salute delle persone migranti sottoposte a detenzione amministrativa nei CPR.

Aggiornamenti

Dal British Medical Journal, 1.03.2024 – I medici italiani si stanno battendo per impedire che i loro colleghi certifichino l’idoneità delle persone a essere detenute nei centri per immigrati, citando le forti preoccupazioni per l’impatto che questi centri hanno sulla salute.

Dal Dubbio, 18.02.2024 – La presa di coscienza dei medici – La campagna di sensibilizzazione dei medici sulla valutazione dell’idoneità alla vita in comunità ristretta nei Cpr si basa su diversi fronti. Dal punto di vista della sanità pubblica, rappresentano un rischio per la salute delle persone migranti, in particolare per la salute mentale, la diffusione di malattie infettive e la mancata presa in carico di patologie croniche. Dal punto di vista deontologico, la valutazione dell’idoneità nei Centri solleva problemi di consenso informato, valutazione tempestiva e completa dello stato di salute e protezione del soggetto vulnerabile. Dal punto di vista medico- legale, la valutazione potrebbe essere contestata in sede giudiziaria in caso di insorgenza di problematiche di salute della persona migrante.

Come evidenziato anche da recenti inchieste giudiziarie, i Centri di Permanenza per il Rimpatrio (CPR), in cui vengono detenute in Italia le persone migranti ritenute non in regola e in attesa di essere rimpatriate, presentano gravissime criticità di gestione, di rispetto dei diritti e in particolare del diritto alla salute. Pessime condizioni igienico-sanitarie, presa in carico inadeguata di patologie acute e croniche e di problemi di salute mentale, abuso e misuso di psicofarmaci: le evidenze di questi e altri rischi per la salute delle persone migranti detenute nei CPR sono ormai tante.

A livello internazionale, anche l’Ufficio Regionale Europeo della World Health Organization (WHO) ha evidenziato i rischi per la salute delle persone migranti della cosiddetta “detenzione amministrativa” attuata nei CPR. ASGI, SIMM, e la Rete Mai più lager – No ai CPR lanciano una campagna di presa di coscienza da parte del personale sanitario sui rischi di salute per le persone migranti detenute nei CPR italiane, e in particolare una proposta per i medici “certificatori”: per essere inviate nei CPR, le persone migranti devono essere sottoposte a una “valutazione di idoneità alla vita in comunità ristretta” da parte di personale medico afferente al Sistema Sanitario Nazionale. Nell’appello proponiamo diversi elementi di riflessione e azione di sanità pubblica, medico-legali e di deontologia medica per poter aiutare i medici coinvolti a dichiarare l’inidoneità alla vita in luoghi pericolosi per la salute e patogeni quali i CPR, di fatto, sono.

Per eventuali informazioni e adesioni scrivere a noaicpr@gmail.com


Foto di Clay Banks su Unsplash

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