ASGI chiede alle ASL di verificare il rispetto del diritto alla salute dei migranti nei CPR

ASGI ha inviato una lettera aperta alle ASL di riferimento in tutti i territori in cui sono attivi CPR per chiedere che venga effettuata con urgenza una valutazione della situazione sanitaria delle singole persone trattenute e del personale che svolge attività lavorativa.

La recente emergenza sanitaria legata alla pandemia da COVID-19 ha implicato l’adozione di misure eccezionali che comportano (art. 2 DPCM 10 marzo 2020 ed ancora con DPCM 11 marzo 2020 e D.L. 18/2020) il divieto di ogni forma di assembramento di persone in luoghi pubblici al fine di contenere i rischi di contagio e evitare situazioni in cui le persone possano trovarsi vicine e in condizioni di promiscuità.

In questi giorni di emergenza sanitaria, la tutela imprescindibile del diritto alla salute di tutti e tutte rende obbligatoria una verifica delle condizioni dei cittadini stranieri trattenuti nei Centri di permanenza per il rimpatrio (CPR) chiamando in causa le istituzioni preposte affinché adottino con urgenza tutte le misure necessarie ad assicurare l’integrità fisica e la protezione dal COVID-19 di tutte le persone trattenute. Desta infatti estrema preoccupazione la condizione dei CPR, dove un elevato numero di persone sottoposto a misure restrittive della libertà personale condivide spazi limitati durante tutto l’arco della giornata e per periodi prolungati in condizioni di promiscuità ed isolamento rendendo molto più facile la diffusione del contagio nella popolazione trattenuta.

Come rilevato da molte parti – tra cui il Garante Nazionale dei Detenuti e delle persone private della libertà – il trattenimento presso il CPR non è al momento effettuato con le garanzie necessarie per evitare la diffusione del virus tra i cittadini ristretti e il rispetto del loro diritto alla salute. E’ noto l’esempio del CPR di Gradisca d’Isonzo all’interno del quale è stato isolato almeno un cittadino straniero positivo al COVID-191.

La stessa circolare del 26.03.20202 del Ministero dell’interno avente ad oggetto “Interventi di prevenzione della diffusione del virus COVID-19 nell’ambito dei centri di permanenza per il rimpatrio” si è limitata a fornire generiche linee guida sulle misure igieniche e di monitoraggio da adottare all’interno dei CPR per prevenire la diffusione del virus, che risultano evidentemente del tutto inadeguate nel momento in cui decine di persone condividono costantemente gli spazi e gli oggetti senza soprattutto prevedere una interruzione degli ingressi all’interno delle strutture detentive.

Ciò appare ancora più grave se si considera che la sospensione delle audizioni dei richiedenti asilo disposta dalla Commissione Nazionale e la sospensione da parte di molti Paesi del traffico aereo dall’Italia, che rende di fatto impossibile la realizzazione dei rimpatri, possano concretamente tradursi in indebiti e prolungati trattenimenti rendendo ingiustificabile la compressione del diritto alla libertà personale3.

Come già esposto da ASGI congiuntamente a molte altre associazioni e organizzazioni4, è stato richiesto in generale alle autorità competenti di disporre l’immediata sospensione di ogni nuovo ingresso nei CPR disponendo anche nei confronti dei soggetti già trattenuti nei CPR le misure alternative al trattenimento di cui all’art. 14, co. 1 bis, TU 286/98, oppure che il trattenimento non sia prorogato5 o sia disposto un mero ordine di allontanamento da parte del questore ai sensi dell’art. 14, comma 5-bis d. lgs. n. 286/1998, poiché non vi è più alcuna prospettiva ragionevole che l’allontanamento possa essere eseguito e che lo straniero possa essere riaccolto nello Stato di origine, e di procedere con la massima tempestività alla progressiva chiusura dei suddetti centri.

Sulla incompatibilità del trattenimento a seguito della emergenza sanitaria e le fondamentali garanzie che devono essere poste in essere per contenere i contagi e tutelare la salute dei cittadini è intervenuta anche il Commissario per i Diritti Umani del Consiglio d’Europa, che il 26 marzo 2020 invitava gli Stati membri a rilasciare i richiedenti asilo e i cittadini stranieri trattenuti nei centri di detenzione nella massima misura possibile6.

Alla luce di tale premessa, ASGI ha inviato una lettera aperta alle ASL di riferimento in tutti i territori in cui sono attivi CPR, ovvero Torino, Gradisca d’Isonzo (Gorizia), Ponte Galeria (Roma), Caltanissetta, Bari, Brindisi Restinco, Palazzo San Gervasio (Potenza) e Macomer (Nuoro), con l’intento di chiedere che venga effettuata con urgenza una valutazione della situazione sanitaria delle singole persone trattenute e del personale che svolge attività lavorativa all’interno di questi luoghi alla luce dell’aggravarsi della diffusione del virus e una valutazione complessiva sull’idoneità delle strutture rispetto all’adozione di misure atte a garantire la prevenzione e il contenimento del contagio.

Nella lettera inviata l’ASGI, ricorda come l’art. 3 del regolamento CIE emanato dal Ministero dell’Interno il 2.10.2014 prot. n. 12700 preveda espressamente che lo straniero acceda al centro previa visita medica effettuata da parte di un medico della ASL o dell’azienda ospedaliera competente, una visita da effettuarsi prima del trattenimento che deve accertare l’assenza di patologie evidenti che rendono incompatibile l’ingresso quali malattie infettive contagiose o pericolose per la comunità, stati psichiatrici patologie acute o cronico degenerative che non possono ricevere le cure adeguate in comunità ristrette, ma che deve essere costante anche nel corso della permanenza all’interno della struttura.

A sostegno di ciò, in linea di continuità con le richieste suddette in data 30 marzo il parlamentare Riccardo Magi ha presentato una interpellanza parlamentare al fine di chiedere delucidazioni al Governo in merito alle iniziative adottate in ciascuna struttura per monitorare la condizione di salute delle persone trattenute e in merito alla possibilità che vengano adottate iniziative finalizzate alla sospensione degli ingressi alla luce della impossibilità di effettuare gli allontanamenti7.

Restiamo in attesa di riscontri, nel frattempo si continuano a monitorare le condizioni cui vengono sottoposte le persone trattenute in considerazione della tutela preminente che deve essere accordata ai diritti umani e alla salute dei cittadini stranieri e della collettività tutta.

  1. Si rinvia al bollettino n. 12 del Garante delle persone detenute o private della libertà personale del 26.03.2020;
  2. Cfr. Circolare del Ministero dell’Interno del 26 marzo 2020.
  3. Cfr. lettera aperta indirizzata da varie associazioni ai giudici di pace.
  4. Cfr. Covid-19, l’impatto sui diritti delle cittadine e cittadini stranieri e le misure di tutela necessarie.
  5. Cfr. Le restrizioni alla libertà di movimento ai tempi del Covid 19.
  6. Cfr. Commissioner calls for release of immigration detainees while Covid-19 crisis continues.
  7. Cfr. Interpellanza di Riccardo Magi del 30 marzo 2020.