Assegno Unico Universale: modificare le norme che escludono migliaia di stranieri

Argomenti:assegno unico
Tipologia del contenuto:Comunicati stampa//Notizie

Dal primo marzo 2022 la nuova misura di assistenza alla famiglia “assegno unico universale per i figli a carico” è entrata in vigore e ha unificato e sostituito quasi tutte le precedenti misure a favore della famiglia.

Dopo le iniziali incertezze,  i limiti posti dalla legge delega n. 46/2021 sono stati in gran parte superati e attualmente (a seguito della circolare INPS n. 23 del 9.2.2022) l’assegno  viene riconosciuto ai titolari di permesso di lungo periodo, ai titolari di permesso unico lavoro, anche per ricongiungimento familiare,  ai titolari per lavoro autonomo,  ai titolari di protezione internazionale, agli apolidi,  ai titolari di “carta blu”,  ai lavoratori di Marocco, Algeria, Tunisia, ai familiari extra UE  di cittadini dell’Unione.

Restano però esclusi tutti i titolari di permessi diversi e in particolare i titolari di forme di protezione nazionale (la protezione speciale, la protezione sociale, le vittime di violenza domestica o di sfruttamento lavorativo e – paradossalmente – i titolari di permesso per assistenza minori): si tratta di permessi che riguardano migliaia di stranieri (solo nel 2021 sono stati rilasciati oltre 20.000 nuovi permessi che non darebbero diritto all’assegno).

La maggioranza dei titolari di questi permessi lavora regolarmente e con continuità: ma costoro, fino a quando non convertiranno il loro permesso di soggiorno in permesso per lavoro, non potranno accedere all’assegno unico universale.

Se consideriamo che tale assegno assorbe (oltre alle precedenti prestazioni assistenziali, come il bonus bebe e il premio alla nascita) anche le prestazioni previdenziali e fiscali (come gli assegni familiari e le detrazioni fiscali) ne deriva che i lavoratori stranieri con questi titoli di soggiorno si trovano improvvisamente, dal 1^ marzo scorso, del tutto privi di qualsiasi sostegno alla famiglia con una riduzione delle loro entrate di oltre 200 euro al mese.

Un simile arretramento nel sistema di protezione della famiglia non è certamente ammissibile.

Le sottoscritte organizzazioni invitano quindi il Parlamento e il Governo ad adottare con urgenza i necessari  provvedimenti affinchè gli stranieri regolarmente soggiornanti nel nostro paese con figli a carico, tanto più se lavoratori o se bisognosi di una particolare protezione (come accade per le vittime di violenza o di sfruttamento) possano fruire di un  sostegno alla famiglia che risponda a quella esigenza di “tutela dei valori primari della maternità e dell’infanzia” ai quali ci richiama la recente pronuncia della Corte Costituzionale 54/2022.

ASGI

ITALIANI SENZA CITTADINANZA

LUNARIA

CAMPAGNA ERO STRANIERO

NAGA

UIL

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