“Una vergogna del genere non deve più ripetersi”, dicono Action Aid, Asgi, Intersos e le associazioni territoriali che qualche giorno fa hanno mandato una lettera al prefetto.
Dopo la lettera e gli incontri con firmatari, il prefetto ha deciso di spostare i
richiedenti asilo in alcune tende montate nell’ex caserma Friuli.
“Noi continuiamo a monitorare la situazione e a chiedere che i migranti in
isolamento e in quarantena non vengano ammassati”, chiariscono le
organizzazioni.
I pullman nel parco Sant’Osvaldo, a Udine, sono vuoti da ieri. I migranti saranno accolti nelle tende della Croce Rossa allestite nell’ex caserma Friuli e lì verranno effettuati i tamponi. Entro tre o quattro settimane, saranno istituite presso l’ex caserma Cavarzerani nuove strutture per la quarantena.
Dopo la lettera inviata il 14 settembre da Ospiti in Arrivo, GrIS e altre associazioni del territorio, insieme ad Action Aid, Asgi e Intersos, e all’incontro che ne è seguito con il Capo Dipartimento Libertà Civili del ministero dell’Interno, il Prefetto di Udine e la Protezione Civile, i migranti sono stati tutti trasferiti.
Ma le associazioni di Udine esprimono sconcerto rispetto alla soluzione prospettata: “Non vogliamo che si ritorni alla situazione che abbiamo visto ad agosto alla Cavarzerani, con centinaia di persone ammassate. Una condizione in cui è difficile gestire le procedure di prevenzione COVID e che provoca tensioni sociali. – dice Paola Tracogna di Ospiti in Arrivo – Servono edifici più piccoli per chi deve affrontare la quarantena, con al massimo 30 posti.”
“In Friuli le strutture non mancano – spiega Guglielmo Pitzalis del GrIS (Gruppo immigrazione e salute) – ci sono ex caserme, alberghi in disuso ed edifici che fino al 2018 erano utilizzati per l’accoglienza diffusa e che oggi sono vuoti. Noi abbiamo fatto delle proposte al Prefetto e ne faremo anche altre in questi giorni. Il Capo Dipartimento e il Prefetto hanno condiviso l’opportunità di utilizzare strutture più piccole per la quarantena”.
“Far stare degli esseri umani nei bus è stata una vergogna che non si deve più ripetere” – commentano i rappresentanti di ActionAid, Asgi e Intersos, “Auspichiamo che venga adottato un piano strutturato che eviti la concentrazione in mega centri e preveda la quarantena delle persone negative al tampone in strutture di piccole dimensioni”. Le associazioni firmatarie continueranno a monitorare la situazione e a sollecitare l’adozione di interventi adeguati a tutela della salute e dei diritti di tutti, coinvolgendo anche gli enti locali e le aziende sanitarie.
Foto di Nubia Navarro (nubikini) da Pexels