ASGI aderisce al comunicato con cui oltre organizzazioni di tutta Europa chiedono l’intervento delle autorità di Cipro e dell’Unione europea contro gli attacchi alla ONG Kisa.
All’alba del 5 gennaio 2024, l’ufficio della organizzazione non governativa KISA (Action for Equality, Support and Antiracism) a Nicosia (Cipro) è stato oggetto di un attacco esplosivo da parte di ignoti. Gran parte della struttura ha subito ingenti danni senza – fortunatamente – conseguenze fisiche per i membri dell’ONG. L’organizzazione ritiene che la matrice dell’attacco sia da individuare nel circuito di associazioni che cavalcano i sentimenti xenofobi che si sono diffusi negli ultimi anni in maniera particolarmente preoccupante nel Paese. Basti ricordare le diverse denunce sporte da alcuni membri dell’organizzazione che sono stati oggetto di minacce e violenze e le numerose iniziative giudiziarie che hanno riguardato l’ex direttore esecutivo della organizzazione, Doros Polykarpou, criminalizzato per aver esercitato condotte di assistenza alle persone straniere presenti nell’isola. Il clima di tensione che circonda le attività delle organizzazioni che si occupano di difesa dei diritti umani a Cipro è ulteriormente testimoniato dall’approvazione, nell’agosto del 2020, di una legge che ha introdotto nuovi adempimenti amministrativi per le organizzazioni registrate. A seguito di questa iniziativa legislativa, KISA è stata cancellata dall’elenco delle organizzazioni riconosciute e per questo incontra gravi difficoltà ad operare ed agire il proprio mandato.
Kisa, come descritto nella mission nel sito, è un’organizzazione fondata nel 1998. Si batte per una società laica, onnicomprensiva e diversificata, che aderisca allo stato di diritto, rispetti i diritti e promuova la partecipazione attiva e paritaria di tutti i suoi membri nelle varie sfere della vita, a prescindere da razza, nazionalità o etnia, colore della pelle, religione o credo, genere, orientamento o identità sessuale, età, incapacità, status migratorio o qualsiasi altra diversità.
Rappresenta per ASGI un partner strategico in relazione al monitoraggio e supporto che l’organizzazione ha svolto e svolge relativamente al tema dei respingimenti via mare delle navi in partenza dalla coste del Libano. Con il supporto di Euromed Rights e CLDH (Lebanese Centre for Human Rights) hanno promosso interessanti azioni di contenzioso anche presso la Corte europea dei diritti dell’uomo per far dichiarare la violazione dell’art. 3 e 4 protocollo 4 della Convenzione.
A distanza di alcune settimane dall’attentato PICUM con un comunicato sottoscritto da oltre 40 organizzazioni locali ed europee ribadiscono la sostanziale inazione da parte delle autorità cipriote sia in termini di aggiornamento sullo stato delle indagini che di protezione effettiva accordata ai componenti dell’organizzazione che rimangono esposti a una situazione di pericolo. Avanza pertanto precise richieste alle autorità cipriote per garantire pieno supporto alle vittime, oltre ad una pubblica condanna di quanto accaduto e a precise garanzie circa le modalità di conduzione delle indagine e di persecuzione del reato. Chiede inoltre alle istituzioni europee, oltre alla condanna di quanto accaduto, di richiamare le istituzioni cipriote al loro dovere di perseguire il fatto e a monitorare la condizione di criminalizzazione alla quale le organizzazioni non governative sono spesso esposte in relazione al loro mandato.
Il comunicato delle organizzazioni
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