Agenda europea sulla migrazione: audizione del ministro dell’interno, Angelino Alfano

Le Commissioni riunite I Affari costituzionali della Camera e 1ª Affari costituzionali del Senato hanno svolto l’audizione del ministro dell’ interno, Angelino Alfano, sulle tematiche e sulle problematiche inerenti all’Agenda europea sulla migrazione.

Secondo quanto riportato dal sito Eunews il ministro, nell’audizione, ammette che sono stati ancora pochi i rifugiati che hanno lasciato il nostro Paese per essere accolti in altri Stati membri (19 con il primo viaggio e una settantina con il secondo).

Riguardo agli hotspot, il ministro ha precisato che “sono centri di prima accoglienza”. La “distinzione tra richiedenti asilo e migranti irregolari” dovrà garantire una breve permanenza dei migranti in quei centri, al massimo “qualche giorno”. E qui si pone “un tema delicato”, segnala il ministro, quando c’è la “necessità di tempi più lunghi” per la valutazione delle domande e, soprattutto, quando viene respinta la richiesta e, come nel loro diritto, i migranti impugnano la decisione. Nell’attesa dell’esito del ricorso non hanno lo status di rifugiato, che consente loro di circolare liberamente, ma neppure quello di migrante irregolare. Una problema che va risolto con “un intervento normativo”, indica il capo del Viminale.

Il ministro – si legge sul sito del Ministero dell’Interno -ha detto che  «servono luoghi dove trattenere i migranti da rimpatriare, con il massimo riguardo alla loro dignità, ma se devono essere rimpatriati non possono gironzolare. Decideremo come fare insieme al Parlamento».”Se queste persone devono essere rimpatriate, non possono gironzolare liberamente per il Paese”. Devono essere ”trattenute”, spiega Alfano, anche se “vanno assistite con la giusta dignità”, precisa. La soluzione che pare prefigurarsi è quella di una riedizione dei Cie, i Centri di identificazione ed espulsione che molte polemiche hanno suscitato per le condizioni in cui i migranti vengono di fatto detenuti, tanto che il loro numero è stato progressivamente ridotto fino alle 5 strutture ancora attive.

“Nomi e modalità di funzionamento” di questi nuovi centri “li decideremo in Parlamento”, annuncia Alfano. Quel che è  certo è che anche i partner Europei non vorrebbero vedere i che i migranti in attesa fossero lasciati liberi di circolare, con il rischio che tentino di attraversare i confini per recarsi clandestinamente in altri Paesi Ue.

Il ministro – sempre secondo quando riportato sul  Ministro dell’Interno – ha sottolineato l’esigenza di «un intervento che dia la necessaria cornice normativa all’operatività degli hotspot, che consenta cioè di trattenere più a lungo i migranti perché siano identificati. Questo è un passaggio delicato e decisivo, in gioco ci sono i diritti dei migranti. Ora mancano norme ed il Parlamento sarà chiamato a legiferare».