Esperimento Grecia sul diritto d’asilo dopo l’accordo UE – Turchia

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Tra il 15 e il 19 giugno 2016, un gruppo di quaranta persone (avvocati, operatori legali e mediatori) coordinate da A.S.G.I., si è recato in sei differenti zone della Grecia, con l’obiettivo di realizzare un’osservazione giuridica di quanto sta accadendo in questo paese a seguito della Dichiarazione (Accordo) fra i capi di Stato e di Governo dell’Unione Europea e della Turchia, conosciuto come “EU-Turkey statement”, del 17 e 18 marzo 2016.

Perché un viaggio in Grecia

Dopo il primo viaggio del marzo scorso, durante la carovana #overthefortress, per osservare la condizione giuridica dei migranti nel campo di Idomeni e nei limitrofi centri governativi, Asgi con il supporto di MSF ha deciso di avviare un nuovo sopralluogo in Grecia dal 15 al 19 giugno.

L’idea della ricerca nasce anche nel contesto della prima edizione della Scuola di Alta Formazione per operatori legali specializzati nel settore della protezione internazionale organizzata a Roma da ASGI ( qui la seconda edizione che partirà a fine 2016).

Obiettivo del sopralluogo era valutare gli effetti della nuova normativa greca sulle procedure accelerate per la valutazione della ammissibilità delle domande di asilo per i richiedenti asilo transitanti dalla Turchia e analizzare l’impatto del nuovo accordo tra l’Unione europea e la Turchia sul rimpatrio .

Sono stati visitati alcuni campi di “accoglienza” governativi e si è avuto modo di intervistare, formalmente o informalmente, i funzionari dell’Asylum Service (l’amministrazione competente per la valutazione delle domande d’asilo), esponenti di importanti ONG, funzionari di UNHCR, un elevato numero di avvocati specializzati, alcuni membri della società civile impegnati nella accoglienza dei migranti e decine di richiedenti asilo.

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Il percorso ed i campi visitati

L’UE, con l’accordo del 18 marzo 2016, sperimenta in Grecia un nuovo modello che sovverte la precedente logica di accoglienza dei richiedenti asilo, per dare priorità al contenimento dei flussi.

Frutto di un complesso quadro di cooperazione tra l’UE e la Turchia iniziato da alcuni anni, esso rappresenta una nuova politica basata sull’accordo con i paesi terzi di transito e sull’uso di strumenti giuridici che avevano rivestito fino ad ora un ruolo marginale perseguendo sostanzialmente questi tre obiettivi che vengono analizzati nella prima parte del rapporto :

  • L’obbligo di rimpatrio di tutti i “migranti irregolari” entrati in Grecia dalla Turchia dopo il 20 marzo, anche nelle ipotesi in cui presentino la domanda di asilo se questa venga giudicata infondata o inammissibile;
  • L’obbligo di rimpatrio di tutti i “ migranti irregolari”entrati in Grecia dalla Turchia dopo il 20 marzo che non presentano la domanda di asilo e quindi vengono considerati migranti economici non autorizzati;
  •  L’impegno della Turchia a bloccare i flussi migratori diretti in Europa provenienti dal proprio territorio. Un vero blocco terrestre e navale (anche con l’aiuto della NATO) che dovrebbe operare la Turchia nel proprio territorio e nelle proprie acque nazionali verso
    tutti i cittadini turchi e cittadini di altri paesi terzi, indipendentemente dalla loro possibile qualifica di potenziali richiedenti asilo.

Terraferma o isola fa differenza

Differente è la posizione giuridica di chi si trova interraferma e di chi invece è “bloccato”sulle isole, si legge nel resoconto. Le due collocazioni geografiche comportano l’applicazione di norme e prassi differenti. Tendenzialmente, chi è arrivato in Grecia dopo il 20 marzo 2016 è il principale destinatario dell’accordo del 18 marzo 2016 (procedure di inammissibilità e pericolo di riammissione in Turchia) e vive sulle isole (alcuni in stato di detenzione) in forza di un divieto governativo di allontanamento. Gli altri, giunti in Grecia prima del 20 marzo 2016, vivono sulla parte rimanente del territorio greco.

Ridotti gli arrivi in Grecia

Lo scopo ultimo dell’Accordo del 18 marzo 2016 è stato momentaneamente raggiunto. Il numero degli ingressi dalla Turchia alla Grecia è stato drasticamente ridotto, soprattutto tramite il blocco terreste e navale operato dal governo Turco. Quest’ultimo è coadiuvato dalle forze della Nato che stazionano in acque internazionali, avvistano le imbarcazioni dei migranti e allertano la guardia costiera turca (che le riconduce nei propri porti). Al contempo, alcune segnalazioni indicano i mezzi di Frontex impegnati nei pattugliamenti delle acque greche, a cui farebbe seguito il fermo delle imbarcazioni dei migranti e la riconsegna di questi ultimi (sotto la minaccia delle armi) in mare aperto alla guardia costiera turca (una pratica che se trovasse conferme sarebbe da classificare come una illegittima forma di respingimento collettivo).

Secondo le elaborazioni sui dati forniti dall’Unhcr, citate dal Corriere della Sera, l’Alto commissariato Onu per i rifugiati a Luglio 2016, preso il totale dei migranti sbarcati in Europa, novantatré su cento sono stati registrati in Sicilia e Calabria, in Puglia, Sardegna e Campania. Tuttavia i numeri degli arrivi rimangono stabili per l’Italia: secondo i dati forniti dal Ministero dell’Interno nei primi sette mesi di quest’anno è arrivato soltanto lo 0,02 per cento in più rispetto all’anno precedente.

Il computo totale dei migranti arrivati in Europa (Corriere della Sera, 2 agosto 2016)
Il computo totale dei migranti arrivati in Europa (Corriere della Sera, 2 agosto 2016)

Accoglienza senza diritti

Promiscuità tra adulti e minori, detenzione, mancato accesso a servizi primari e pochissima informazione.
Nei centri governativi apprestati dal Governo greco in cui vivono i richiedenti asilo risulta quasi del tutto violato il diritto di informazione e si sopravvive provi di servizi di alcun genere in luoghi incapaci di rispondere alle esigenze primarie degli ospiti. Sulle isole e sulla terraferma esistono differenti tipologie di centri detentivi, ossia luoghi chiusi in cui sono costretti a vivere i cittadini stranieri a fini identificativi o propedeutici alla espulsione.
Nel rapporto si legge che “Nonostante il divieto sancito dalla legge greca, molti sono i minori stranieri non accompagnati che vivono in stato di detenzione. Spesso in promiscuità con i maggiorenni.Sia i minori che gli adulti, in molte occasioni vengono detenuti per periodi più lunghi di quelli sanciti dalla normativa nazionale, ma risulta di fatto estremamente complesso riuscire ad esercitare il diritto di difesa astrattamente previsto contro queste forme di abuso.“.
Sulle isole, anche se il trattenimento per legge è considerato una misura eccezionale, la sua applicazione appare sistematica nei confronti di migranti e richiedenti asilo in arrivo, senza apparente valutazione delle circostanze individuali e senza la traduzione dei relativi provvedimenti in lingua conosciuta dagli interessati. In prospettiva, tale prassi non sembra destinata ad arrestarsi; al contrario, è emerso che è in corso l’ampliamento e la ristrutturazione delle strutture detentive presenti, in previsione di un utilizzo sempre più massiccio di tale strumento, anche a fini di deterrenza.

Dai campi

Giulia Virdis, avvocato e membro dell’équipe legale di CIAC, ha partecipato al sopralluogo nell’area di Salonicco.

E’ apparso evidente è che la Grecia non era dotata di un proprio sistema di accoglienza strutturato ed era pertanto del tutto impreparata ad un arrivo di massa come quello dell’estate scorsa. Il governo greco, incapace di gestire la situazione, ha chiesto e, ricevuto, supporto da EASO e UNHCR” si legge nel suo contributo pubblicato sul sito del CIAC.

E per cercare di comprendere meglio la situazione all’interno dei campi il CIAC pubblica alcune fotografie scattate durante un sopralluogo presso il campo denominato “Softex”, situato in un’area industriale dismessa della periferia di Salonicco.

CIAC - sopralluogo in Grecia - ASGI- giugno 2016
Un bagno autocostruito

Il Ricollocamento, un flop?

Al momento l’Easo sta puntando tutto sul ricollocamento dei profughi in altri paesi europei, anche se il sistema europeo che prevede delle quote finora non ha funzionato”, racconta ad Annalisa Camilli di Internazionale Liana Vita, che ha partecipato alla missione dell’ASGI in Grecia. “Il ricongiungimento familiare non viene favorito, mentre si preferisce dare la priorità al ricollocamento, perciò per gli afgani sarà un processo lungo e con scarsa possibilità di ottenere risultati positivi. Potranno chiedere l’asilo in Grecia, ma chissà se sarà accettato e quanto dovranno aspettare in ogni caso per avere un responso”, continua.

Purtroppo, però, gli Stati europei sono ben lontani dal rispettare gli impegni assunti relativamente al programma di relocation europeo, come rivela il fact-checking realizzato da OpenMigration in collaborazione con Carta di Roma e UNHCR : delle 160mila le persone da ricollocare da Italia e Grecia verso altri Stati europei entro settembre 2017; 3056 i richiedenti asilo effettivamente trasferiti stando agli ultimi dati, ad oggi meno del 2% del totale delle quote di ricollocazione è stato realizzato.

Ricollocazioni dall'Italia - Open Migration

Nel frattempo è iniziata in Grecia la procedura di pre-registrazione, ma solo per chi proviene dalla Siria.

Tutte e soltanto le richieste di asilo dei cittadini siriani, infatti,  sono sottoposte al pre-esame della inammissibilità (con esclusione dei vulnerabili). Per i richiedenti asilo di altre nazionalità non è ipotizzabile -al momento- l’uso di questo strumento: ciò non sarà possibile se non successivamente a una riforma del diritto turco. La procedura sulla inammissibilità si applica ai soli richiedenti asilo entrati in Grecia dopo il 20 marzo 2016, quindi quasi esclusivamente sulle isole e non anche in terraferma.

L’intera procedura dovrebbe durare dai tre ai sei mesi, poi avverrà la registrazione vera e propria. Sarà fissato un appuntamento per ogni profugo e al quel punto comincerà il processo vero e proprio di richiesta d’asilo”, spiega Salvatore Fachile dell’Associazione studi giuridici sull’immigrazione ad Internazionale “Queste persone si troveranno in questa situazione per almeno un anno e non avranno la possibilità di lavorare, anche se avranno i documenti rilasciati al momento della pre-registrazione. Il problema è che questo processo sarà molto lungo e gli afgani saranno gli ultimi a essere preregistrati, dopo i siriani e gli iracheni” conclude Fachile.


Il Rapporto sul sopralluogo giuridico del 15/19 giugno 2016


Durante il viaggio è stato realizzato un reportage, curato da Emanuele Petrella e Daniela Federci


Nelle prossime settimane sarà resa disponibile una sintesi del rapporto in lingua inglese.


 Il precedente rapporto

I diritti alla protezione internazionale e all’unità familiare negati ai migranti in Grecia. La visita ai campi di Idomeni e ai campi governativi e l’analisi giuridica della situazione osservata dal 25 al 29 marzo 2016

Allegato : testimonianze e fotografie raccolte durante il viaggio

Audizione dalla Commissione straordinaria per i Diritti dell’Uomo del Senato della Repubblica italiana nell’ambito dell’indagine conoscitiva sui livelli e i meccanismi di tutela dei diritti umani, vigenti in Italia e nella realtà internazionale: audizione dell’avvocato Salvatore Fachile, dell’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione (ASGI), sull’accordo tra i capi di Stato e di Governo dell’Unione europea e la Turchia in merito alla gestione dei flussi migratori [6 aprile 2016 e 19 luglio 2016]


I rapporti dei singoli gruppi     [ancora in fase di preparazione]

Altri materiali utilizzati durante la ricerca    [ancora in fase di preparazione]

Per approfondire

La Grecia dei campi, l’Europa degli hotspot, Martina Tazzioli su EuroNomade

Accord UE-Turquie. La grande imposture , GISTI

Una serie di reportage  di Annalisa Camilli per Internazionale sui campi profughi e sui centri di detenzione in Grecia, dopo l’accordo con la Turchia e la chiusura della rotta dei Balcani:

L’Iliade moderna parte da Troia e approda in Grecia , Daniela Sala su Vita.it

Push and Back – Respingimenti e riammissioni in Italia

Per contatti e informazioni

Giulia Crescini: crescini.g@gmail.com
Lucia Gennari: lucia.gennari@gmail.com
Salvatore Fachile: fachile@gmail.com , cell. 349-1982467

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