I soci ASGI hanno riscontrato nel Centro per i Rimpatri di Palazzo San Gervasio gravi anomalie tra cui sistematiche difficoltà nell’accesso al diritto di difesa e sequestro del celluare. ASGI scrive al Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Potenza e al suo presidente per chiedere una verifica.
In particolare queste sono le segnalazioni che abbiamo ricevuto:
- In base alle testimonianze raccolte, agli stranieri trasferiti presso il CPR viene “sequestrato” il cellulare e negata ogni possibilità di comunicazione con il mondo esterno nelle prime 24/48 ore di permanenza. Allo stesso tempo, agli avvocati viene inibito l’accesso al Centro in assenza di una preventiva comunicazione da parte dell’ente gestore del CPR. Queste circostanze determinano un’inaccettabile compromissione del diritto di difesa e rende impossibile comunicare con le persone trattenute all’interno della struttura per alcuni giorni.
- Una seconda questione attiene alle modalità e tempistiche delle nomine dei difensori di fiducia. Accade di frequente che la nomina del difensore di fiducia venga ritardata e portata a conoscenza del difensore prescelto a distanza di diversi giorni, rendendo inefficace ogni attività difensiva, anche in considerazione della tempistica prevista dalla legge per la convalida del trattenimento (art. 14 TUI).
- Parimenti, e veniamo alla terza questione, non ci risulta che le nomine dei difensori di ufficio venga fatta nel rispetto della normativa dettata dal D. Lgs. del 30.01.2015 n. 6 e, quindi, che il Giudice individui il difensore d’ufficio tra coloro che sono iscritti nella relativa tabella.
- È purtroppo prassi consolidata del Giudice di Pace di Melfi far pervenire le comunicazioni attinenti le udienze con meno di 24 ore di preavviso e senza che sia data comunicazione del provvedimento con il quale la Questura procede alla richiesta di convalida e/o di proroga. Una prassi che crea evidenti difficoltà organizzative ai difensori e lede il diritto di difesa non consentendo uno studio adeguato del singolo caso. Una prassi che impedisce anche di avere un colloquio preventivo con il proprio assistito prima dell’udienza.
Al fine di garantire l’accesso al diritto di difesa dei cittadini stranieri trattenuti presso il Centro di Permanenza di Palazzo San Gervasio è necessario approfondire e fare degli accertamenti riguardanti le prassi segnalate.