Anas dopo l’intervento dell’ASGI: “Mai più spalatori di neve solo italiani”

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Si è chiusa giovedì 27 febbraio scorso avanti il giudice del lavoro del Tribunale di Bergamo una delle vicende più curiose (e assurde) di esclusione degli stranieri dai posti di lavoro nelle aziende pubbliche.
Nel novembre scorso Anas spa (società per azioni a integrale partecipazione pubblica) aveva infatti bandito, nei suoi compartimenti di Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia e Abruzzo, tre bandi per la formazione di elenchi di lavoratori disponibili a essere chiamati per attività di spalatura neve.
Forse nella convinzione che l’immigrato sia naturalmente inidoneo ad aver a che fare con il bianco e freddo elemento, ANAS aveva riservato l’ammissione ai soli cittadini italiani.
Con lettera del 20.10.2014 ASGI ha contestato la clausola discriminatoria che non aveva ovviamente alcuna giustificazione non solo perché ANAS non è una pubblica amministrazione, e dunque non è soggetta alle limitazioni nelle assunzioni di cui all’art. 38 d.lgs. 165/01 (sulla non applicabilità di tali limiti alle società a partecipazione pubblica si veda la nota al Tribunale di Verona, ordinanza del 18.10.2014, est. Benini, in causa XX c. Amia), ma anche perché – se mai potesse essere considerata una pubblica amministrazione – avrebbe comunque dovuto aprire le assunzioni anche alle altre categorie di stranieri indicate nel citato art. 38 (comunitari, lungosoggiornanti, rifugiati ecc.).
Ricevuta la lettera,  ANAS non solo – come è ovvio – non è riuscita a dare alcuna spiegazione del motivo della esclusione, ma anziché riaprire le graduatorie (cosa che all’epoca – quando ancora non aveva nevicato – sarebbe stata certamente possibile) si è limitata a rispondere tardivamente di non avere altre selezioni aperte con la limitazione della cittadinanza, lasciando così inalterata la discriminazione attuata.
ASGI, assieme alla CGIL di Bergamo, ha dunque agito in giudizio, assistita dagli avvocati Alberto Guariso e Marta Lavanna, ma l’udienza è purtroppo giunta quando ormai gli spalatori “nazionali” avevano pressoché completato il loro impegno e la neve comincia a sciogliersi. Assieme alla incipiente primavera è giunto comunque il pentimento di Anas che, pur continuando a non dare ragione dell’inspiegabile comportamento pregresso, ha formalizzato davanti al giudice l’impegno a non introdurre mai più in alcun bando (sia esso per spalatori o per qualsiasi altra funzione) clausole di limitazione collegate alla cittadinanza o al titolo di soggiorno. ANAS ha anche rimborsato alle associazioni le spese legali per una causa che certamente avrebbe potuto e dovuto essere evitata con una più tempestiva considerazione delle ragioni che erano state segnalate.

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