Rapporto Amnesty sulla criminalizzazione della solidarietà in Europa

Casi di restrizione e criminalizzazione dell’assistenza e della solidarietà verso le persone in movimento in Croazia, Francia, Grecia, Italia, Malta, Spagna, Svizzera e Regno Unito.

Il rapporto di Amnesty International documenta come istituzioni e autorità dell’Ue hanno messo in campo una gamma di restrizioni, misure sanzionatorie e punitive contro persone o gruppi che difendono i diritti individui in movimento, anche ricorrendo a norme sull’immigrazione e contro il terrorismo per limitare indebitamente il diritto di difendere i diritti umani.

“In molti paesi europei, negli ultimi anni, i difensori dei diritti umani e le organizzazioni della società civile che hanno aiutato rifugiati e migranti sono stati sottoposti a procedimenti penali infondati, limitazioni indebite alle loro attività, intimidazioni, vessazioni e campagne denigratorie. Le loro azioni di assistenza e solidarietà li hanno messi in rotta di collisione con le politiche europee sulla migrazione, che hanno l’obiettivo di impedire a rifugiati e migranti di raggiungere l’Unione europea (Ue), di trattenere quelli che riescono a entrare in Europa nel paese di primo arrivo e di espellerne quanti più possibile verso i loro paesi d’origine.”

Per quanto riguarda l’Italia viene per esempio analizzata la persistente campagna denigratoria alimentata da funzionari di governo contro le ONG che conducono operazioni di soccorso in mare, sfociata nell’approvazione del decreto sicurezza bis che ostacola le attività di salvataggio e sequestra le imbarcazioni. Tra i casi internazionali troviamo le intimidazioni subite dalle ONG Are you Serious e Centro studi per la pace in Croazia, le condanne per favoreggiamento dell’ingresso irregolare contro attivisti operanti nelle montagne al confine tra Francia e Italia, la detenzione di due volontari che hanno aiutato rifugiati e migranti a sbarcare a Lesbo, la condanna per aver offerto rifugio a cittadini stranieri o averli aiutati ad accedere alle procedure di protezione in Svizzera.

La ricerca si basa su interviste a chi, come singolo o membro di un gruppo, ha subito diverse forme di limitazione volte a ostacolare le loro attività di assistenza a rifugiati e migranti, ma sono stata fatte interviste anche a procuratori, avvocati e funzionari. Amnesty International ha inoltre monitorato udienze giudiziarie e analizzato decine di sentenze, testi legislativi, documenti accademici e rapporti di organizzazioni e Ong internazionali.

Il rapporto dimostra che le autorità nazionali, all’interno del quadro di politiche concordate dell’Ue in tema di migrazione e asilo, hanno in molteplici occasioni abusato delle leggi, delle politiche e di altre misure sull’immigrazione per reprimere duramente i difensori dei diritti umani delle persone in movimento. Le misure volte a combattere il traffico di esseri umani non hanno rispettato il principio di necessità, legalità e proporzionalità, portando a indebite interferenze con il diritto di difendere i diritti umani.


Il report è disponibile gratuitamente in lingua inglese sul sito di Amnesty International

È inoltre disponibile in diverse lingue un riassunto del rapporto, scaricabile qui.


Foto di Maike und Björn Bröskamp da Pixabay.