La tutela civile contro le discriminazioni etnico-razziali e religiose.

 A cura di Walter Citti, Servizio antidiscriminazioni ASGI

 

La Guida pratica alla normativa e alla giurisprudenza 

Aggiornata all’agosto 2013.

SOMMARIO

Premessa.

Le disposizioni costituzionali sul principio di eguaglianza ed il trattamento dello straniero.

Gli articoli 2 e 3 della Costituzione. Il principio di eguaglianza e la titolarità dei diritti umani fondamentali.

Il diritto alla parità di trattamento nella cornice dei diritti fondamentali nella giurisprudenza costituzionale riferita all’accesso degli stranieri alle prestazioni di assistenza sociale.

Il divieto assoluto di discriminazioni razziali (art. 3 Cost.) e il divieto di discriminazioni religiose connesso alla diversità di rapporti tra lo Stato e le confessioni religiose (artt. 3, 7, 8, 19 Cost.)

Il criterio di ragionevolezza nell’interpretazione del principio di eguaglianza di cui all’art. 3 della Costituzione come limite all’azione del legislatore.

Il principio di parità di trattamento ed il divieto di discriminazioni nel diritto dell’Unione europea e normativa nazionale di recepimento.

La tutela dalle discriminazioni offerta dal diritto UE nei confronti dei cittadini di altri Stati membri dell’Unione europea.

La tutela dalle discriminazioni offerta dal diritto UE nei confronti dei familiari dei cittadini dell’Unione europea ed il divieto di “discriminazioni alla rovescia”.

La tutela dalle discriminazioni offerta dal diritto UE nei confronti di altre categorie di  cittadini di Paesi terzi non membri dell’UE.

Le clausole di non discriminazione contenute negli Accordi di Associazione, cooperazione e partenariato.

Le clausole di non discriminazione in materia di accesso ai rapporti di lavoro e condizioni di lavoro.

Le clausole di parità di trattamento in materia di sicurezza sociale.

Il principio di non discriminazione nell’Accordo di associazione Turchia – Comunità  economica europea.

Le clausole di non discriminazione a favore dei cittadini di Paesi terzi lungo soggiornanti (direttiva n. 2003/109/CE)

Le clausole di non discriminazione a favore dei rifugiati e dei titolari di protezione sussidiaria (direttiva n. 2004/83/CE)

Le direttive europee anti-discriminatorie di nuova generazione.

La direttiva n. 2000/743 in materia di divieto di discriminazioni etnico-razziali e la direttiva n. 2000/778 sul divieto, tra l’altro, di discriminazioni fondate sulle convinzioni personali e il credo religioso.

Le fattispecie discriminatorie: discriminazione diretta, discriminazione indiretta, molestia e ordine di discriminare.

L’ambito di applicazione delle direttive “ratione personae”.

Le azioni positive.

I mezzi di ricorso ed esecuzione.

Il bilanciamento dell’onere della prova nei procedimenti  di tutela antidiscriminatoria.

I ‘test situazionali’ quali strumenti per la prova della discriminazione.

Gli organismi nazionali e regionali di promozione della parità di trattamento.

La normativa interna in materia di divieto di discriminazioni dallo Statuto dei Lavoratori al Testo Unico immigrazione.

Le norme dello “Statuto dei Lavoratori”.

Il divieto di licenziamento ‘discriminatorio‘ del lavoratore per motivi razziali, etnici o religiosi e la disciplina particolare per le ‘organizzazioni di tendenza’.

La normativa anti-discriminatoria nel  T.U. Immigrazione.

La prima definizione di discriminazione razziale nel diritto interno: l’art. 43 del T.U. immigrazione.

I destinatari della tutela antidiscriminatoria prevista dagli artt. 43 e 44 del T.U. immigrazione: stranieri extracomunitari, comunitari e cittadini italiani.

L’azione civile antidiscriminatoria

Legittimazione ad agire in giudizio dei sindacati e delle ONG contro misure o comportamenti discriminatori.

L’atipicità dei poteri dispositivi del giudice e il risarcimento del danno a seguito dell’accoglimento dell’azione  giudiziaria anti-discriminazione.

Le sanzioni accessorie

Una rassegna della principale casistica giurisprudenziale

Cittadinanza e lavoro pubblico.

Discriminazioni nell’accesso all’alloggio.

Discriminazioni nell’accesso a beni e servizi offerti al pubblico.