Tribunale di Vicenza, ordinanza 6 febbraio 2023
Tribunale di Busto Arsizio, ordinanza 2 gennaio 2023
Corte d’Appello dell’Aquila, sentenza 18 gennaio 2023
Tribunale di Milano, ordinanza 12 gennaio 2023
Consiglio di Stato, sentenza 14 dicembre 2022
Tribunale di Pordenone, ordinanza 4 dicembre 2022
Tribunale di Bergamo, ordinanza 16 novembre 2022
Tribunale di Genova, ordinanza 10 novembre 2022
Tribunale di Bergamo, ordinanza 7 novembre 2022
Tribunale di Roma, ordinanza 4 ottobre 2022
Sentenza della Corte Europea dei Diritti Umani del 21 luglio 2022, n. 5797
Tribunale di Torino, sentenza 14 luglio 2022
Tribunale di Brescia, ordinanza 26 giugno 2022
Corte d’Appello di Milano, ordinanza 31 maggio 2022
Corte europea per i diritti umani, sentenza del 25 giugno 2020, domanda n. 60561/14
La Grande Camera della Corte europea dei diritti dell’uomo ha ritenuto, all’unanimità, che c’é stata una violazione dell’articolo 4 (“nessuno può essere tenuto in condizioni di schiavitù o di servitù. Nessuno può essere costretto a compiere un lavoro forzato od obbligatorio”) della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. La Corte ha chiarito che il concetto di tratta di esseri umani comprende sia la tratta di esseri umani nazionale che quella transnazionale, a prescindere dal fatto che sia o meno collegata alla criminalità organizzata. Inoltre, la nozione di “lavoro forzato o obbligatorio” di cui all’articolo 4 della Convenzione mira a proteggere contro i casi di grave sfruttamento, come la prostituzione forzata, indipendentemente dal fatto che, nelle particolari circostanze di un caso, siano o meno collegate al contesto specifico della tratta di esseri umani. Infine si conferma che l’identificazione della persona quale vittima deve prescindere dalla dimostrazione degli elementi rilevanti sotto il profilo penale.
Corte Europea per i Diritti umani, sentenza del 25 giugno 2020, domanda n. 60561/14