Attendere, prego: gli ostacoli al riconoscimento della protezione internazionale in Italia

Per le persone in fuga da persecuzioni, conflitti e altre violenze che cercano rifugio in Italia, la prima fase della procedura per il riconoscimento della protezione internazionale consiste nel manifestare la propria intenzione di chiedere protezione alle autorità competenti. Tuttavia, a Milano e in altre città italiane molte persone richiedenti protezione non sono in grado di esercitare questo diritto e vengono invece respinte dalle Questure, che sostanzialmente chiedono loro di “attendere, prego”. Questi ritardi violano la normativa in materia di protezione internazionale e lasciano le persone in situazioni precarie, incapaci di accedere a un alloggio attraverso il sistema di accoglienza, al mondo del lavoro formale e di godere degli altri diritti connessi alla richiesta di protezione internazionale.

Nuovo sistema, nuovi ritardi

Un anno fa, il 5 aprile aprile 2023, la Questura e la Prefettura di Milano hanno adottato un nuovo sistema online per accedere alla procedura per il riconoscimento della protezione internazionale. In teoria, questo sistema avrebbe potuto contribuire ad alleviare le barriere, i ritardi, le condizioni precarie e la violenza con cui si confrontano le persone che cercano di chiedere protezione. Slot limitati, continui cambi di orari e altre pratiche discriminatorie avevano infatti portato al sorgere di lunghe code di persone che spesso dormivano per giorni in condizioni difficili fuori dalla Questura di Milano nella speranza di ottenere un appuntamento per chiedere protezione, e in diverse occasioni, i media e la società civile avevano documentato l’uso della forza da parte delle autorità nei confronti delle persone che intendevano chiedere protezione. 

Le richieste diventano invisibili

Il nuovo sistema digitalizzato ha in gran parte spostato, e non risolto, le barriere e i ritardi che molte persone richiedenti protezione continuano ad affrontare, rendendoli invisibili agli occhi dei più. Queste nuove barriere digitali includono la mancanza di conoscenze, strumenti e alfabetizzazione necessari per utilizzare la piattaforma online, la mancata disponibilità delle informazioni in molte delle lingue parlate da chi cerca protezione e le falle del sistema online. Meno di un quarto delle persone che intendono richiedere protezione consultate per il presente report hanno dichiarato di aver tentato di utilizzare il portale online da sole e hanno affermato di essere riuscite a fissare un appuntamento in Questura.

Nuove code – sia fisiche che online – si sono formate presso le realtà del terzo settore che sono state designate – senza però ricevere alcun sostegno finanziario – per supportare le persone che cercano di accedere al sistema online per prenotare un appuntamento per chiedere protezione internazionale a Milano.

Le raccomandazioni delle associazioni

Il report è il risultato della collaborazione tra diverse realtà della società civile che hanno contribuito alla raccolta di dati e alla stesura, al monitoraggio delle violazioni dei diritti dei richiedenti protezione internazionale e all’elaborazione di proposte di soluzioni per superare le criticità riscontrate.

Foto di @marcopassaro – @agenziafotogramma – diritti riservati

A partire dalla ricerca sul campo, agiamo per proteggere i diritti fondamentali delle persone straniere in arrivo e presenti in Italia

Le prassi illegittime ledono i diritti delle persone straniere che si rivolgono alla Pubblica amministrazione. ASGI ha agito a tutela in diverse città laddove vi erano situazioni di ritardi o mancato accesso ai diritti in Questura o Prefettura : ecco una parte delle azioni.

Tra queste segnaliamo l’appello rivolto al Ministero dell’interno e alla Questura di Roma per chiedere di registrare tutte le domande di protezione internazionale senza ulteriore ritardo, come previsto dal mandato attribuito loro dalla legge. 

Per chi volesse promuovere azioni giudiziali e stragiudiziali, ASGI ha raccolto giurisprudenza, i materiali e i video delle formazioni sul tema del contrasto alle prassi illegittime di questure e prefetture nei confronti della popolazione straniera, in particolare riguardanti l’accesso alla protezione internazionale e ai diritti che ne derivano (come l’accoglienza).