Accesso civico e operazioni in mare: il Ministero continua a impedire ai cittadini l’accesso alle informazioni

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La notte tra il 1 ed i 2 aprile 2022 ha visto un terribile naufragio nel Mediterraneo Centrale.  Un’imbarcazione con un centinaio di persone a bordo si è ribaltata. 

La mattina dopo, il 2 aprile 2022,  la nave commerciale Alegria 1 è giunta sul posto ed è riuscita a trarre in salvo solo 4 persone, gli unici superstiti al naufragio. A seguito del soccorso la nave Alegria 1 ha proseguito verso la Libia, dove i sopravvissuti sono sbarcati al porto di Tripoli. 

La richiesta di accesso civico

Alcuni soci ASGI hanno presentato delle richieste di accesso civico al Ministero dei Trasporti, chiedendo una serie di informazioni per approfondire il ruolo dell’MRCC italiano in questo tragico evento.

Nello specifico si chiedeva al Ministero se :

– l’MRCC Roma fosse stato informato dell’evento e da chi;

– se avesse assunto il coordinamento del soccorso; se avesse informato altri centri di coordinamento;

– infine nel caso in cui non avesse assunto il coordinamento, quale centro lo avesse assunto.

La risposta del Ministero

Il Ministero ha risposto precisando che l’MRCC Roma non ha mai assunto il coordinamento del soccorso. Puntualizzando inoltre che le operazioni dell’imbarcazione Alegria 1, battente bandiera panamense, si sono svolte all’interno della SAR libica e quindi sotto il coordinamento del centro di coordinamento di Tripoli (JRCC). 

Non viene però dato riscontro positivo alle altre richieste, che vengono in toto rigettate in quanto potenzialmente lesive delle relazioni internazionali con la Libia e lo stato panamense. Il Ministero continua argomentando sulla necessità di porre un limite assoluto alla divulgazione di tali informazioni.  In particolare non può conoscere il grado di coinvolgimento dell’Italia, da quanto tempo sapeva che l’imbarcazione era in difficoltà, se e perché non ha inviato propri mezzi per effettuare i soccorsi, se e perché non ha richiesto l’intervento di navi mercantili.

Attività di soccorso considerate “collaterali”

Le argomentazioni della Pubblica Amministrazione sono alquanto preoccupanti, e confermano una prassi sempre più lesiva del diritto alla trasparenza e alla conoscenza pubblica delle informazioni relative alle operazioni di soccorso. Com’è evidente dalla lettura del rigetto, il Ministero non mette in atto nessuna distinzione tra le attività di soccorso in mare e attività più strettamente legate ad operazioni di polizia e controllo delle frontiere. Ma si spinge addirittura a dichiarare che le attività di soccorso sono da considerarsi “collaterali” alle attività di polizia, che in quanto tali rientrano nei limiti assoluti all’accesso come normato dall’art 5 co 2 del D.lgs 33/2013, come anche dall’art. 1048, comma 1, lett. Q) del D.P.R. 90/2010. 

 
Nel pubblicare le risposte all’accesso, ASGI si pone in contrasto con l’ assimilazione delle operazioni di salvataggio ad attività militari per la mera ed occasionale possibilità che nelle operazioni di ricerca e salvataggio siano impiegati dei natanti militari, rimanendo i due ambiti ben distinti.

Foto di Sergey Gricanov da Pixabay

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