La detenzione dei migranti deve essere “l’ultima risorsa”, sottolinea il gruppo indipendente di esperti sulla detenzione arbitraria delle Nazioni Unite nella sua riveduta delibera sulla privazione della libertà dei migranti.
Il gruppo indipendente di esperti sulla detenzione arbitraria (Working Group on Arbitrary Detention), facente capo al Consiglio sui diritti umani delle Nazioni Unite, ha adottato la Deliberazione n. 5, un documento per aggiornare l’ampiezza e la definizione dei criteri per determinare se la privazione della libertà dei richiedenti asilo e degli immigrati può essere arbitraria .
Nel 2017 il Gruppo di lavoro, preoccupato per la crescente prevalenza della privazione della libertà degli immigrati e dei richiedenti asilo negli ultimi anni, riconoscendo la necessità di consolidare gli sviluppi della propria giurisprudenza, tenendo conto degli importanti sviluppi del diritto internazionale in questo settore e avendo ricevuto contributi, tra l’altro, da agenzie delle Nazioni Unite e titolari di mandati di procedura speciale, ha deciso di rivedere e sostituire la precedente.
La deliberazione n. 5, si legge nell’introduzione del documento, mira a consolidare la prassi esistente del gruppo di lavoro sulla privazione della libertà dei migranti e, in quanto tale, è rappresentativa della sua giurisprudenza esistente. Le norme delineate presenti nel documento si applicano a tutti gli Stati in tutte le situazioni, anche nei casi di flusso di un gran numero di immigrati, indipendentemente dal loro status, e alle strutture di detenzione di migranti gestite da uno Stato nel territorio di un altro Stato, con entrambi gli Stati responsabili congiuntamente della detenzione.
La Deliberazione n. 5 rivista sulla privazione della libertà dei migranti
Il Comunicato stampa del Gruppo di Lavoro ONU sulla detenzione arbitraria