La difficile strada dell’accoglienza a Ventimiglia

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Nelle scorse settimane l’ASGI in collaborazione con altre associazioni ha monitorato la situazione dei migranti presenti a Ventimiglia lungo il fiume Roja,  segnalando a diverse Amministrazioni le condizioni inaccettabili in cui sono costretti e denunciando il mancato accesso ad alcuni diritti umani fondamentali tra cui quello all’acqua potabile, ai servizi igienico-sanitari oltre che ad un’adeguata assistenza medica.

 

8 giugno 2017 – Possibile sgombero: la richiesta delle associazioni

In una prima lettera, inviata all’Amministrazione comunale di Ventimiglia, alla Questura ed alla Prefettura di Imperia,  ASGI assieme all’Associazione Legal Team segnalava le proprie preoccupazioni le condizioni di vita dei cittadini stranieri lungo il greto del fiume, qui costretti in precarie condizioni igienico sanitarie dalla carenza di adeguate strutture di accoglienza e per l’eventuale sgombero.

Nella lettera ASGI e Legal Team segnalavano alle Autorità  la presenza di molti minori stranieri non accompagnati :

“Particolarmente grave è la condizione a cui sono costretti i molti minori stranieri non accompagnati, soprattutto maggiori di 14 anni, che, non avendo trovato accoglienza in strutture della zona (dedicate ai solo minori con famiglia o infraquattordicenni), privi di un domicilio, non sono posti nelle condizioni di presentare alle autorità a ciò preposte la domanda di protezione internazionale, in palese violazione delle disposizioni vigenti”.

Evidenziavano inoltre le loro perplessità  sull’ eventuale imminente “operazione di sgombero/pulizia/bonifica dell’area fluviale, ricordando come tutte le operazioni di polizia devono essere caratterizzate sempre dal “rispetto dei diritti fondamentali e della dignità umana, così come previsto dagli obblighi internazionali (quali l’art. 3 della CEDU, l’art. 4 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea) e dalla Legge n. 48/2017 che in tema di patti per la sicurezza urbana prevede che  l’Autorità debba farsi carico di interventi finalizzati alla “promozione dell’inclusione, della protezione e della solidarietà sociale mediante azioni e progetti per l’eliminazione di fattori di marginalità, anche valorizzando la collaborazione con enti o associazioni operanti nel privato sociale, in coerenza con le finalità del Piano nazionale per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale”.

Le Ammistrazioni non hanno risposto a questa prima lettera né hanno comunicato, come richiesto da ASGI e Legal Team, i provvedimenti relativi alla situazione dei migranti presenti sul greto del fiume Roja e/o nel territorio del Comune di Ventimiglia privi di condizioni di accoglienza,  quelli relativi alle operazioni di sgombero e/o pulizia e/o bonifica del greto del fiume Roja, anche al fine di consentire, al momento opportuno la presenza in loco di legali,che potessero fornire adeguate informazioni e orientamento alle persone anche con il ruolo di osservatori della tutela dei diritti dei soggetti interessati.

12 giugno 2017 – Il diritto negato all’acqua

Di fronte al silenzio delle Amministrazioni, ASGI e Legal Team inviano una seconda lettera a seguito delle testimonianze raccolte in loco da due medici volontari  che hanno prestato a molti migranti presenti nella zona del fiume quelle che “sembravano essere le prime visite dopo l’arrivo in Italia e di prestare assistenza a persone con traumi anche di rilevante gravità in alcuni casi riportati nel tentativo di attraversare la frontiera”

Da qui la lettera alle Autorità per denunciare il mancato accesso  ad un presidio medico stabile  e la mancata tutela del diritto all’acqua potabile, accertato da testimonianze raccolte direttamente delle persone presenti nelle giornate di venerdì 9 e sabato 10 giugno.

Questa situazione ha portato  molti ad utilizzare il Roja non solo per lavarsi ma anche per bere, ma – ricordano le associazioni alle amministrazioni –  tali acque risultino anche particolarmente inquinate, “come riferito da Legambiente che nel 2016 ha effettuato alcuni prelievi che hanno accertato la presenza di un numero elevato di  cariche batteriche, tale da rappresentare un rischio per la salute umana, per la possibilità di sviluppo di patologie infettive soprattutto a livello gastroenterico ma anche extra-intestinale”.

Tra loro anche un giovane ragazzo, che ha perso la vita mentre lavava le sue scarpe nel corso d’acqua.

La Prefettura, stavolta, rispondeva  ad ASGI e a Legal Team, ricordando le misure attivate e annunciando l’imminente operazione di pulizia del greto del fiume.Ma senza una corretta comunicazione esterna, come richiesto lo scorso 8 giugno dalle due associazioni, i risultati – come prevedibile –  sono stati una fuga di mass che ha messo a  rischio la vita delle persone coinvolte.

 

26 giugno 2017 – Una comunicazione sbagliata

Il 23 giugno 2017 con un’ordinanza contingibile e urgente il Sindaco di Ventimiglia ordinava ad una società privata di attivare, entro quarantotto ore, la pulizia straordinaria delle aree lungo le sponde del fiume Roja, invitando i migranti presenti a spostarsi durante le operazioni di pulizia (portando con sé i propri effetti personali) e prevedendo, in caso di non ottemperanza dell’ordinanza da parte dell’impresa incaricata nel termine stabilito, l’esecuzione coattiva della stessa con l’impiego della forza pubblica.

La conseguenza di quella che doveva essere una semplice operazione di pulizia è stata una  fuga verso le montagne in direzione della Francia.

Quanto successo ha di fatto confermato il timore espresso dalle associazioni già ad inizio giugno : l’amministrazione non ha adottato – come prevede la legge –  misure idonee ad assicurare adeguata accoglienza alle persone presenti nei luoghi interessati dalla pulizia. E non ha attivato una corretta informazione  come richiesto dalla normativa vigente .

Così molte persone, preoccupate per un eventuale intervento delle autorità di pubblica sicurezza, si sono spostate da Ventimiglia verso Calvi e Torre, creando una situazione di difficile gestione che di fatto ha spinto i migranti a mettersi in marcia verso sentieri di montagna per sfuggire ad un eventuale sgombero, mettendo a rischio anche la loro vita .

In una lettera urgente inviata il 26 giugno 2017 al Comune di Ventimiglia e alla Questura e alla Prefettura di Imperia, ASGI, Legal Team, Intersos, Safe Passage, Diaconia Valdese hanno ribadito la gravità della situazione creatasi .

Nella lettera le associazioni hanno elencato una serie puntuale di richieste alle autorità :

  • la revoca o la sospensione della predetta ordinanza;

  • l’astensione da azioni di forza nei confronti delle persone presenti sulle rive del fiume Roja e di coloro che si sono allontanati in seguito alle notizie sull’imminente sgombero, inclusi i trasferimenti coattivi verso il “punto di crisi” nella città di Taranto;

  • l’adozione delle misure di accoglienza e protezione nei confronti dei soggetti che ne hanno titolo, con particolare attenzione ai minori non accompagnati e alle altre categorie vulnerabili;

  • la garanzia dei diritti umani fondamentali nei confronti dei migranti presenti, con particolare riferimento all’accesso all’acqua potabile, al cibo, alla tutela della salute e ai servizi igienici;

  • l’adeguata informazione dei migranti presenti a Ventimiglia rispetto al diritto di chiedere protezione internazionale in Italia e la piena garanzia di accesso alla procedura di richiesta di protezione internazionale in tempi celeri, anche al fine di consentire il rapido trasferimento in altri Stati europei a fini di ricongiungimento familiare, ai sensi del Regolamento Dublino, ovvero la relocation di tutti coloro che ne abbiano diritto e ne facciano richiesta;

  • la convocazione urgente di un incontro tra le istituzioni competenti, le scriventi associazioni e le altre principali organizzazioni presenti sul territorio a tutela dei diritti dei migranti.

 

La maggioranza dei migranti, secondo fonti di stampa, sarebbero stati portati a Taranto, presso il locale Hotspot al fine di essere identificati.

 

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