Sulla questione del tesseramento dei minori stranieri l’ASGI ha inviato nei giorni scorsi una lettera alla Federazione Italiana Gioco Calcio per richiedere un incontro di approfondimento tecnico.
L’associazione ha preso atto delle dichiarazioni recentemente rilasciate alla stampa da rappresentanti della FIGC che hanno fatto emergere divergenze di interpretazione sulla normativa applicabile ai minori stranieri riguardo alla possibilità di tesserarsi e di poter giocare a calcio in Italia.
Da tempo l’ASGI ricorda che la Convenzione sui diritti del fanciullo (firmata a New York il 20.11.89 e ratificata dall’Italia con Legge 176/1991) stabilisce che “gli Stati parti riconoscono al fanciullo il diritto al riposo e al tempo libero, a dedicarsi al gioco e ad attività ricreative proprie della sua età e a partecipare liberamente alla vita culturale ed artistica”, “diritto al gioco” nel quale certamente rientra la possibilità di partecipare all’attività sportiva e il diritto al tesseramento alla FIGC.
Nella lettera vengono ricordate alla FIGC le questioni sulle quali sarebbe opportuno confrontarsi alla luce dei diversi casi riscontrati dall’associazione e che hanno visto minori stranieri in difficoltà nell’accedere effettivamente al tesseramento e dunque al diritto all’attività sportiva .
“Appare particolarmente grave l’esclusione alla partecipazione all’attività sportiva per i minori stranieri non accompagnati” si legge nella lettera ” come ogni altro minore, hanno diritto per legge ad ottenere un permesso per minore età.”
Il rifiuto di tesseramento che la FIGC mette in atto richiamando, tramite le NOIF(Norme organizzative Interne della Federazione), gli art. 19 e 19 bis FIFA è, a parere dell’ASGI, illegittimo, come per altro riconosciuto anche dalla giurisprudenza. La normativa in questione prevede, infatti, che per i primi tesseramenti dei minori stranieri si applichino le stesse condizioni necessarie per il trasferimento internazionale dei calciatori minori, precludendo in tal modo ai minori stranieri sottoposti a tutela o affidamento la possibilità di giocare in una squadra federata con la FIGC, non rientrando questi ultimi nelle fattispecie previste dalla legge attuale.
Tali norme, che vorrebbero rispondere alla finalità di contrastare il fenomeno del trafficking internazionale di calciatori di minore età, introducono – nella interpretazione che le citate Federazioni ne danno – un meccanismo discriminatorio su base di nazionalità, che comporta un trattamento differenziato, privo di qualsivoglia base razionale, tra i minori di nazionalità italiana, i minori stranieri che vivono in Italia inseriti nelle proprie famiglie d’origine e i minori stranieri destinatari di un provvedimento di tutela o affidamento. Tutto cio’ appare illegittimo, non solo rispetto alla legislazione nazionale, ma anche rispetto a quella europea ed internazionale, che vietano le discriminazioni sia su base etnico-razziale che di nazionalità.
“Su tale ultimo punto – che è certamente il più drammatico – conclude nella lettera l’avv. Lorenzo Trucco dell’ASGI – perché preclude l’attività sportiva a minori già segnati da esperienze difficili – ci sono già stati segnalati alcuni casi, in difesa dei quali ci riserviamo comunque, in assenza di interventi modificativi, di agire in via giudiziaria. “
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[li icon=”tag”]La lettera dell’ASGI alla FIGC[/li]
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A cura del servizio antidiscriminazioni dell’ASGI, progetto con il sostegno finanziario della Fondazione italiana a finalità umanitarie Charlemagne ONLUS.