Ad Alessandro Dal Lago, con tristezza e gratitudine

La scomparsa del professor Alessandro Dal Lago ci rattrista profondamente.

Fin dalla nascita della nostra associazione, ci siamo trovati spesso fianco a fianco in convegni, seminari, attività di ricerca, mobilitazioni, occasioni in cui abbiamo avuto la fortuna di collaborare proficuamente .

La sua produzione scientifica e divulgativa rappresenta un patrimonio imprescindibile per tutta la società italiana e ha dato la possibilità a più di una generazione di giuristi/e, operatori/trici sociali ed attivisti/e per la difesa dei diritti umani di comprendere in modo più profondo i fenomeni migratori ed il  loro impatto sulla comunità. 

Ci ha insegnato a riconoscere la condizione di discriminazione ed esclusione delle persone migranti non come un’eccezione ma come un dato strutturale e ad imparare che le istituzioni chiamate a gestire le politiche migratorie facilmente assumono scelte dure e del tutto inique verso persone di cui si ignora la dignità. 

Il suo volume Non-Persone. L’esclusione dei migranti in una società globale (Feltrinelli Editore, 1999) ha rappresentato uno spartiacque non solo nel suo campo di studi, ma nella cultura italiana ed è ancor oggi attualissimo, segno evidente della difficoltà di accettare la nascita di una società plurale e, allo stesso tempo, testimonianza della profondità dello sguardo critico del prof  Alessandro Dal Lago .

Continueremo a perseguire con forza i nostri obiettivi e a orientarci anche grazie alle sue lezioni, provando a fare in modo che, in un tempo non lungo, i problemi che attraversano la sua opera  possano cessare di essere  attuali.

«Si potrebbe pensare che nell’epoca della cosiddetta globalizzazione l’uguaglianza di tutti gli esseri umani e il loro diritto a muoversi liberamente per il mondo e per trovarvi un’esistenza decente siano principi ovvi, anche se privi di una formulazione netta. Ma non è così.
L’umanità viene divisa in maggioranze di nazionali, cittadini dotati di diritti e di garanzie formali e in minoranze di stranieri illegittimi (non cittadini, non nazionali) cui le garanzie vengono negate di diritto e di fatto. Grazie a meccanismi sociali di etichettamento e di esclusione impliciti ed espliciti, l’umanità viene divisa tra persone e non-persone.
Invece di concepire la diversità come pluralità, articolazione di una condizione umana, comune e ugualitaria, il differenzialismo ha spesso ipotizzato la separatezza culturale, ha mitologizzato le sue radici culturali e nazionali.
Come ho cercato di suggerire in questo libro, i migranti sono un nemico pubblico ideale per ogni tipo di rivendicazione di “identità” nazionale locale o settoriale. Per il patriottismo urbano o di quartiere sono criminali che minacciano la sicurezza della vita quotidiana. Per il patriottismo regionale o cantonale, alieni che intorbidano la purezza etnica. Per quello nazionale, stranieri che minano la compattezza della società.È quasi superfluo aggiungere che si tratta di nemici simbolici (che assorbono i bisogni più disparati di ostilità) e strutturali, necessari per la formazione di identità, di quel “noi” che oggi si esige a destra o a sinistra.»

Tratto dall’Introduzione di Non-Persone. L’esclusione dei migranti in una società globale (Feltrinelli)

Foto di Niccolò Caranti – Flickr – (CC BY-SA 2.0)

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