L’Hotspot di Lampedusa

Apertura: conversione in hotspot fine 2015

Capienza: 96 posti

Ente gestore: Facility Service e Nuovi Orizzonti

Il centro di Lampedusa, sito in Contrada Imbriacola, opera come hotspot a partire dalla fine del 2015. Sebbene in passato abbia ospitato diverse centinaia di persone, la sua capienza è stata ridotta a 96 persone in seguito a una rivolta che ha avuto luogo l’8 marzo del 2018 e nel corso degli ultimi mesi ha ospitato quasi esclusivamente persone, soprattutto di origine tunisina, arrivate autonomamente nei pressi delle coste dell’isola. Alle persone presenti nel centro viene impedita l’uscita dalla struttura attraverso il cancello, in assenza di un provvedimento di trattenimento. In alcune occasioni i cittadini stranieri hanno riferito di aver esplicitamente ricevuto indicazioni dalle autorità di polizia e dal personale addetto alla gestione del centro inerenti al divieto di allontanarsi dalla struttura. La maggior parte delle volte, invece, le forze dell’ordine che presidiano il centro si limiterebbero a vietare l’uscita dal cancello principale, pur non fornendo indicazioni sulla natura del trattenimento. Nei fatti, alcune persone escono ed entrano dal centro attraverso delle aperture nella recinzione perimetrale, che vengono ciclicamente chiuse dalle autorità e aperte dagli stranieri. L’ingresso e l’uscita avvengono clandestinamente, in assenza di autorizzazione da parte delle autorità o dell’ente gestore. Dal punto di vista della limitazione della libertà personale, è possibile riflettere su un’ulteriore circostanza: i cittadini stranieri condotti a Lampedusa sono nei fatti trattenuti sull’isola, nell’impossibilità di acquistare un titolo di viaggio e abbandonarla, in assenza di un documento di riconoscimento valido a tal fine.

Per quanto riguarda l’accesso alle informazioni inerenti alla protezione internazionale e agli status giuridici, alla luce di quanto riferito da cittadini ad es. di origine tunisina, in numerose circostanze l’informativa sarebbe effettuata con modalità incongrue e/o con la somministrazione di informazioni differenziate in ragione della nazionalità di provenienza degli stessi. Per quanto attiene alla classificazione dei migranti all’interno dell’hotspot, in un numero significativo di casi lo status giuridico di richiedente asilo o di persona destinataria di provvedimento ablativo sembra essere definito unicamente in ragione del paese di origine: i cittadini provenienti da paesi considerati a vario titolo non sicuri sembrerebbero essere incanalati in maniera tendenzialmente automatica nelle procedure volte al riconoscimento del titolo di protezione. Al contrario, i cittadini che provengono da paesi considerati informalmente “sicuri” dalle autorità di polizia sarebbero, in numerose circostanze, destinatari di provvedimenti ablativi, nella maggior parte dei casi sotto forma di respingimento differito. Con riferimento alla manifestazione di volontà di richiedere protezione, si segnala che in diverse circostanze i cittadini provenienti da paesi “sicuri”, anche se manifestano esplicitamente la volontà di chiedere protezione, questa, nei racconti degli stessi, non verrebbe presa in carico. Alcuni di questi cittadini sarebbero stati illegittimamente destinatari di provvedimenti di respingimento differito e, in alcune circostanze, sarebbero stati rimpatriati nei paesi di origine, nonostante l’esplicita volontà di presentare domanda di asilo. Inoltre, il mancato rilascio della ricevuta attestante la manifestazione della volontà, laddove formulata, è prassi sistematica.  Per ciò che attiene la definizione della posizione giuridica dei cittadini stranieri non richiedenti asilo, si segnala che la maggior parte delle volte tale posizione è definita attraverso l’emissione di un provvedimento di respingimento differito che in diverse occasioni verrebbe notificato in concomitanza con l’avvio della fase esecutiva del rimpatrio.

Link di approfondimento

Dossier Lampedusa (aprile 2018), ASGI, CILD, IndieWatch https://cild.eu/wp-content/uploads/2018/04/Dossier-Lampedusa.pdf

Scenari di frontiera: il caso Lampedusa (ottobre 2018) ActionAid, ASGI, CILD, IndieWatch http://www.indiewatch.org/wp-content/uploads/2018/11/Lampedusa_web.pdf