L’ASGI rinnova la propria solidarietà nei confronti di tutti coloro che danno accoglienza e tutela agli immigrati irregolari per finalità umanitarie e chiede che le indagini si svolgano in tutte le direzioni .
Come riferisce l’ANSA del nove febbraio 2010, “nove persone sono state arrestate dalla Polizia di Siracusa, su disposizione del Gip del Tribunale di Catania, con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’illecita permanenza di stranieri nel territorio dello stato italiano, falso ideologico in atto pubblico e false dichiarazioni a Pubblico Ufficiale. Agli arresti domiciliari padre Carlo D’Antoni, parroco della Chiesa di Bosco Minniti. Secondo un operatore della stessa chiesa intervistato dai cronisti “padre Carlo nei giorni scorsi aveva presentato un esposto alla Procura della Repubblica e al Questore di Siracusa per quello che riteneva un sospetto atteggiamento ostile dell’ufficio immigrazione”.
Non intendiamo entrare nel merito delle diverse contestazioni riferite dai mezzi di informazione nei confronti dei singoli imputati, per i quali si deve comunque ricordare che nel nostro paese esiste ancora la presunzione di innocenza sino a condanna definitiva e che è vigente l’art. 12 del Testo Unico sull’immigrazione n. 286 del 1998 che sancisce che “fermo restando quanto previsto dall’articolo 54 del codice penale, non costituiscono reato le attività di soccorso e assistenza umanitaria prestate in Italia nei confronti degli stranieri in condizioni di bisogno comunque presenti nel territorio dello Stato”. Dare accoglienza senza scopo di lucro agli immigrati anche in situazioni di irregolarità rimane un atto di rilevante valore sociale che non può certo diventare un “delitto di solidarietà”, neppure per effetto delle ultime disposizioni del pacchetto sicurezza,
L’ASGI rinnova quindi la propria solidarietà nei confronti di tutti coloro che danno accoglienza e tutela agli immigrati irregolari per finalità umanitarie. Se singole persone hanno lucrato sull’accoglienza offerta agli immigrati vanno individuati e puniti senza processi sommari. Se poi le accuse si riferiscono anche alle richieste di asilo, ai documenti di soggiorno, o al reato di falso in atti pubblici, come sembra, sarebbe bene che le indagini si rivolgessero anche agli uffici preposti al loro rilascio, perché in altri processi simili che si sono celebrati in passato, anche in Sicilia, sono spesso emerse complicità interne che consentivano appunto l’indebito rilascio dei permessi.
L’ASGI ritiene necessario che vengano chiariti al più presto alcuni aspetti della situazione degli immigrati nella provincia di Siracusa, affatto marginali, che oggi sembrano trascurati dai mezzi di informazione che hanno dato ampio rilievo alla vicenda degli arresti, dopo avere taciuto su altri fatti non meno gravi, come le accuse ben documentate contenute nel dossier di MSF (Medici senza frontiere) contro il sistema dei Centri di identificazione ed espulsione e dei CARA ( centri per richiedenti asilo) ed in particolare nei confronti della struttura di Cassibile, a pochi chilometri da Siracusa; si tratta di un centro di prima accoglienza ed identificazione che in parte funzionava come un CIE, chiuso dal ministero lo scorso anno. Una struttura nella quale, oltre a verificarsi gravi omissioni dal punto di vista dell’assistenza sanitaria, risultava del tutto carente anche l’assistenza legale e la mediazione linguistica.
L’ASGI chiede pertanto che le indagini si svolgano in tutte le direzioni poiché e’ vero che molti extracomunitari finiscono nelle maglie del mercato illegale delle regolarizzazioni mentre altri che ritenevano di avere presentato ricorso contro un provvedimento negativo di diniego dello status di protezione umanitaria stanno amaramente scoprendo che in realtà non esiste nessun ricorso a loro nome. Esiste infatti tutto un “universo sommerso” di associazioni che in Sicilia come in Campania vedono nei migranti soltanto una fonte di guadagno, lecito o illecito. Speculazioni e truffe ai danni dei migranti non sono fatti nuovi, bensì sono una verità amara, ma che si conosce da tempo e che qualcuno sembra scoprire soltanto oggi. Tuttavia occorre accertare responsabilità individuali e non esprimere affrettati giudizi sommari.
Occorre evitare che l’assistenza legale, in procedure amministrative e/o giurisdizionali, in favore di richiedenti asilo costituisca un reato, perché a questo punto potrebbe essere rimesso in discussione l’esercizio di diritti umani fondamentali, e soprattutto del diritto di difesa garantito a tutti dall’art. 24 della Costituzione, tenendo ben presente il quadro ambientale nel quale si svolgono i fatti, quello della provincia di Siracusa che appariva da tempo assai inquinato e sul quale non erano mancate in passato le indagini, senza esito, della magistratura.
L’ASGI sottolinea come i ritardi o i dinieghi generalizzati nell’ammissione al patrocinio a spese dello stato comprimono i diritti di difesa, impediscono la proposizione tempestiva dei ricorsi e creano confusione tra i tanti avvocati onesti che lavorano, rimettendoci anche di tasca propria, e quei pochi che vogliono lucrare ad ogni costo sulla pelle dei migranti. Magari spacciandosi per avvocati senza neppure avere conseguito l’abilitazione alla professione, come hanno amaramente scoperto molti immigrati, in gran parte richiedenti asilo, privati dei più elementari diritti di difesa.
Anche su queste vicende, maturate nella stessa zona di Siracusa, che potrebbero essere collegate agli arresti di oggi, perché riguardano gli stessi gruppi di immigrati presenti a Siracusa ed ospitati sia nel centro, adesso chiuso, di Cassibile, che nella parrocchia di padre Carlo D’Antoni a Boscominniti, attendiamo dalla magistratura, al più presto, verità e giustizia. Anche per consentire a quanti hanno comunque diritto ad esercitare una difesa effettiva di fare valere il loro diritto alla protezione internazionale, quantomeno ottenendo una remissione in termini e dunque la possibilità di opporsi all’espulsione, evitare l’applicazione del nuovo reato di immigrazione clandestina e (ri)presentare un ricorso.
A.S.G.I. Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione